Il paradigma del rischio aziendale cambia con le Polizze Cat-Nat

Con l’evoluzione del clima, l’Italia sta accelerando l’adozione di misure che rendono sistemico il tema dell’assicurazione contro gli eventi estremi. Tra queste misure spicca l’obbligo di stipula di polizze Cat Nat (calamità naturali / eventi catastrofali) per le imprese, previsto dalla Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023).

Ma cosa comporta concretamente per le aziende? E quali sono le criticità da tenere sotto controllo?

Obbligo: chi, cosa, quando

Chi è tenuto all’obbligo?

  • Tutte le imprese iscritte al Registro Imprese con sede legale in Italia o con stabile organizzazione nel Paese.
  • Sono escluse le imprese agricole (che restano coperte dal Fondo Mutualistico nazionale per rischi meteo-climatici)
  • Anche se l’azienda non possiede in proprietà i beni (es. beni in affitto o leasing), l’obbligo ricade sul soggetto che li impiega nell’attività, salvo che vi sia già una copertura equivalente stipulata da altri.

Cosa deve essere coperto?

  • Danni materiali e diretti a beni aziendali: terreni, fabbricati, impianti, macchinari, attrezzature.
  • Eventi contemplati: terremoti, frane, alluvioni, inondazioni, esondazioni.
  • Sono esclusi i danni indiretti (es. perdite di profitto dovute a fermo attività)

Scadenze / tempistiche

  • Le medie imprese hanno tempo fino al 1° ottobre 2025.
  • Le micro e piccole imprese sono rimandate al 31 dicembre 2025 per adempiere.
  • Le polizze già in essere devono essere adeguate al primo rinnovo utile secondo i requisiti normativi.

Perché introdurre l’obbligo?

  1. Riduzione del rischio “pubblico” e del carico sulle risorse statali
    Con l’obbligo, l’esposizione finanziaria per danni catastrofali viene ripartita tra imprese e assicuratori, alleviando la pressione sui fondi pubblici.
  2. Protezione del patrimonio aziendale
    Per imprese con asset importanti (fabbricati, impianti, macchinari), la copertura può fare la differenza fra resilienza e crisi dopo un disastro naturale.
  3. Accesso condizionato a risorse pubbliche / agevolazioni
    Le imprese che non adempiono all’obbligo possono essere escluse o penalizzate nell’accesso a contributi, finanziamenti pubblici o incentivi (anche in caso di evento calamitoso)

Implicazioni strategiche per l’azienda

L’obbligo delle polizze Cat Nat spinge le aziende a ripensare in modo più maturo la propria gestione del rischio.
Non basta rispettare la norma: serve conoscere davvero quali beni si possiedono, dove si trovano e quanto sono esposti a eventi catastrofali. Una mappatura precisa e un’analisi del rischio territoriale diventano la base di ogni strategia efficace.

Allo stesso tempo, è essenziale negoziare coperture coerenti con la realtà aziendale, valutando franchigie, massimali e inclusioni, e chiarire nei contratti di leasing o locazione chi è responsabile dell’assicurazione.

Infine, la polizza Cat Nat non è solo protezione: è anche un segnale di solidità verso banche, investitori e stakeholder, che premiano le imprese capaci di gestire il rischio in modo strutturato e sostenibile.

L’obbligo delle polizze Cat Nat non è solo un adempimento:
è un passo verso un modello d’impresa più resiliente, consapevole e sostenibile.

Condividi
potrebbe anche piacerti