Ma il Louvre era assicurato?

Il recente furto nella galleria Apollo del Louvre, dove sono stati sottratti alcuni gioielli storici appartenenti alle collezioni dello Stato francese, ha suscitato una domanda spontanea:
“Ma il Louvre era assicurato?”

Le opere che appartengono allo Stato francese non sono coperte da polizze assicurative private.
Si tratta infatti di beni considerati inalienabili e imprescrittibili, parte integrante del patrimonio nazionale.
Per questo motivo la Francia adotta un sistema di autoassicurazione pubblica: in caso di furto o danneggiamento, è lo Stato stesso a farsi carico della perdita.

Perché non assicurare un museo come il Louvre?

Le opere del Louvre – come quelle di tanti altri musei nazionali – non sono assicurate da compagnie private, questo perchè il valore di molte opere è inestimabile, non solo in termini economici, ma anche per la loro unicità storica e culturale.

Nessuna compagnia assicurativa potrebbe davvero “indennizzare” la perdita di un pezzo di storia come un dipinto rinascimentale o un gioiello reale del Seicento.

Le assicurazioni entrano in gioco ed hanno senso di essere applicare nel caso in cui un’opera d’arte lascia temporaneamente il museo — per una mostra, un restauro o un prestito internazionale — le regole cambiano: entra in gioco l’assicurazione da chiodo a chiodo, che tutela l’opera dal momento in cui viene staccata dal muro fino al suo ritorno.

Quanto vale la protezione?

Quando si parla di beni culturali, la protezione non è solo un costo: è un investimento nel valore, nella memoria e nella responsabilità.
Ma questo principio vale anche nella vita quotidiana.
Che si tratti di un museo, di un’impresa o di una famiglia, la vera domanda resta la stessa: Quanto vale la protezione di ciò che non possiamo permetterci di perdere?

In un mondo sempre più esposto a rischi complessi, la risposta a questa domanda fa la differenza tra “avere una polizza” e “avere una strategia di sicurezza”.

Condividi
potrebbe anche piacerti